Anche senza street art, Garbatella resterebbe uno dei quartieri più belli di Roma.
Fondata ufficialmente il 18 Febbraio 1920, quest’anno la Garbatella compie 100 anni e si conserva come un’oasi di pace dall’anima popolare, con i suoi lotti abitativi che diedero ospitalità a numerose famiglie sfollate dal centro storico durante il Fascismo.
Non iniziamo la nostra passeggiata dallo storico ingresso di Piazza Brin, bensì dal nuovo Ponte Settimia Spizzichino, che collega Via Ostiense alla Garbatella “nuova”.
Dunque -lasciandoci alle spalle il celebre murales di BLU su Via Ostiense- attraversiamo il ponte e sulla destra notiamo una grande opera astratta che l’artista tedesco Clemens Behr ha dipinto sull’edificio dell’ATAC nel 2014, in occasione del festival Avanguardie Urbane.
Le forme geometriche di Behr, i cui colori sono ispirati al paesaggio circostante, sono il frutto di un’evoluzione comune a molti graffiti writers che -stanchi della ripetitività e rigidità delle regole stilistiche dei graffiti- hanno spinto il loro stile verso forme più libere, fino all’astrattismo.
Ad ogni modo, a Garbatella i graffiti più classici non mancano e si possono ammirare, in corsa, proprio da questo ponte, sotto il quale passano i treni ‘bombati’ della metro B.
Attraversato il ponte, prendiamo la Circonvallazione Ostiense e continuiamo la nostra camminata nella street art di Garbatella, inoltrandoci nella parte storica dei lotti ATER.
Costruiti sul modello inglese delle Città Giardino, i famosi lotti di Garbatella sono caratterizzati da spazi pubblici condivisi dalle diverse famiglie che vi abitano; spazi verdi coltivabili ad orto, cortili con lavatoi, stenditoi e botteghe o anche giardini in cui i bambini possono giocare in tranquillità.
Poco prima dell’entrata ai lotti troviamo uno dei primi grandi murales di Garbatella, realizzato durante Outdoor festival 2013.
“Passaggio” è stato dipinto dal duo Sten Lex in Via Caffaro, sulla stessa parete dove nel 2010 il duo aveva realizzato un’opera di poster art che ritraeva Francesco Totti vicino alla Lupa.
A soli tre anni di distanza, lo stile del duo è cambiato notevolmente ed ora Garbatella conserva un’opera geometrica, quasi monocromatica, in cui linee, cerchi e righe si susseguono come in una melodia.
Questo murales a Garbatella è stato la prima opera di street art a Roma ad essere realizzata tramite crowdfunding, indice di quanto la street art sia amata -e desiderata- dagli abitanti delle città moderne.
Nonostante le prime edizioni del festival Outdoor si fossero concentrate proprio nella zona Ostiense – Marconi – Garbatella, questo murales di Sten & Lex è l’unica opera di street art a Garbatella sopravvissuta agli anni.
Il quartiere è però ricco di altre opere, nate soprattutto in modo spontaneo per mano di celebri street artist europei (tra gli altri, Alice Pasquini, Space Invader e C215).
Il celebre stencil artist francese Christian Guemy (a.k.a. C215) ha lasciato molte opere in giro per Garbatella: dettagliatissimi stencil che ritraggono sua figlia Nina, gatti, madonne e senzatetto. Ma anche un’opera dalle dimensioni insolitamente grandi per C215, che si trova su Via Badoero.
Un poster artist molto attivo a Garbatella -e, in generale, a Roma Sud- è Ex Voto.
I suoi caratteristici poster tra sacro e profano sono al mercato agricolo di Garbatella (“Madonna delle Forme”, una Madonna che legge Albert Camus) e nello spazio sociale Casetta Rossa (“Divina Madre della Resistenza”, le cui sembianze sono un incrocio tra la Madonna e Che Guevara).
Dalla street art “sacra” passiamo a quella politica. A Garbatella, infatti, si trova uno dei centri sociali più conosciuti di Roma: il CSOA La Strada, le cui pareti sono coperte di street art fin sopra il tetto.
Partiamo proprio dal tetto, dove ci sono tre nicchie decorate da Brogi, Groove e Gojo e due interventi più grandi, firmati Detshorore e Francesco Pogliaghi.
Quest’ultimo ha dipinto una scena di guerriglia urbana ispirata alle periferie Parigine del film “La Haine”.
Il resto dell’edificio è ricoperto da graffiti e opere di street art, molte delle quali ispirate alle battaglie per la libertà e l’indipendenza del passato e del presente, dal Kurdistan all’Irlanda del Nord, e dalla Palestina a Cuba.
Recentemente, si è tornato a parlare di street art a Garbatella grazie alla 4° edizione del festival Muri Sicuri, che si è conclusa proprio a cavallo dell’inizio del lockdown. Questi nuovi murales di Garbatella sono -quindi- poco conosciuti persino tra i romani.
In Via Passino, Flavio Solo e Diamond hanno realizzato “Oh my darling Clementine”, un ritratto in stile liberty di Clementina Eusebi, l’ostessa da cui il quartiere prende il nome.
L’origine del nome “Garbatella” è stata chiarita a seguito del ritrovamento di un documento del 1823 in cui sono elencati i membri della famiglia Cascapera, proprietari dell’omonima osteria in Via degli Argonauti, conosciuta anche come “osteria della garbatella”. In questo documento appare il nome di Maddalena Garbata, madre di Clementina detta -appunto- “garbatella”.
Il secondo murales di Garbatella realizzato durante la 4° edizione di Muri Sicuri si trova in Via Fincati ed è stato dipinto dall’artista italo-venezuelano Luis Gomez de Teran.
“Preghiera al Tramonto” ricorda la violenza distruttiva del terremoto dell’Aquila del 2009, evento che ha ispirato la manifestazione Muri Sicuri. L’artista paragona il movimento della terra, che si spacca e si ri-assesta, ai cambiamenti dell’uomo che, come la natura, superando il dolore si ri-assesta e rinasce.
Le due mani raccontano la trasformazione dal dolore alla rinascita. Il dolore è rappresentato dal simbolo religioso del chiodo, una vera e propria scultura aggiunta al dipinto per richiamare il dolore di Cristo, mentre la ripresa è nei boccioli bianchi, simbolo di una natura che rinasce ogni primavera.
Sempre nel 2020, anno del centenario del quartiere, un altro street artist è stato chiamato a celebrare un importante aspetto della storia di Garbatella: il suo passato antifascista.
In Piazza Bartolomeo Romano Francesco Pogliaghi ha ritratto Enrico Mancini, partigiano ucciso alle Fosse Ardeatine.
Infine, è ancora fresca la vernice dell’opera appena terminata presso Villetta Social LAB da Jerico, street artist nato nelle Filippine e cresciuto proprio a Garbatella.
Intitolato “Supernova”, l’ultimo dei murales di Garbatella rappresenta, attraverso la tipica pennellata materica dell’artista, la principale caratteristica di una supernova: l’espandersi liberando energia.
In conclusione, da amanti della nostra città vi invitiamo a visitare Garbatella non solo per la sua magnifica street art, ma anche per respirare il fascino di un quartiere davvero unico di Roma, che ha conservato nel tempo la sua anima popolare più autentica.
Contattateci per maggiori informazioni o per prenotare una visita guidata della Garbatella.
E qui potete trovare altri approfondimenti sulla street art di Roma, quartiere per quartiere.
Buona lettura!
Testo a cura di Giulia, street art blogger e fondatrice di Blocal