Passeggiare tra le strade del Quadraro Vecchio significa immergersi in un’atmosfera di paese, un posto in cui la memoria del quartiere è ancora custodita, e tramandata, dai suoi abitanti e negozianti storici.
Ma non solo. Infatti la storia del quartiere -il cui rastrellamento fu uno degli episodi simbolo della seconda guerra mondiale- è oggi immortalata anche nei murales del Quadraro che vi portiamo a scoprire.
Dal 2010 al 2014, street artist italiani e internazionali sono stati invitati ad esprimere la propria creatività sui muri dei villini a due piani tipici della borgata edificata negli anni ‘30; architetture che rendono il Quadraro Vecchio un’oasi arroccata tra gli osceni palazzoni costruiti lungo Via Tuscolana nel dopoguerra.
La street art al Quadraro è arrivata grazie al progetto MURo, acronimo di Museo di Urban Art di Roma, dove per arte urbana si intende una forma d’arte che si avvale degli stessi strumenti della street art, e per cui la “strada” resta la principale fonte di ispirazione.
MURo ha il merito di essere stato uno dei primissimi progetti di urban art a Roma. Quello che lo street artist romano David “Diavù” Vecchiato ha proposto alla città era, ai tempi, terreno ancora totalmente inesplorato.
Tuttavia, nonostante il ruolo pionieristico, il Museo di Urban Art di Roma può vantare la collaborazione con street artist di fama mondiale, ma anche -e soprattutto- il coinvolgimento di residenti e comitati di quartiere.
Un progetto articolato, quindi, che ha permesso la realizzazione di opere di street art particolarmente rappresentative della storia e dell’identità del Quadraro.
I murales del Quadraro e la Resistenza antifascista
Molti murales del Quadraro celebrano l’identità di un quartiere operaio e comunista, roccaforte della Resistenza romana durante il secondo conflitto mondiale.
Ribattezzato “nido di vespe” per la sua inespugnabilità, il quartiere fu rastrellato dall’esercito tedesco il 17 Aprile 1944. Novecento uomini furono deportati in Germania, e di questi solo la metà riuscì a tornare al termine della guerra.
“Nido di vespe” è anche il titolo del lungo murales dipinto nel 2014 da Lucamaleonte in Via del Monte del Grano.
Lo street artist romano è noto per le sue rappresentazioni di insetti, animali e pattern floreali sui muri della Capitale. Accanto alla sua firma, l’artista ha dipinto la formula fisica della resistenza.
Un’altra opera di street art al Quadraro dedicata alle vittime del rastrellamento nazista è “Q44”, realizzata nel 2012 da Gary Baseman.
Lo street artist americano è noto in tutto il mondo per i suoi personaggi onirici, tra cui “Buckingham Warrior”; un mostro dalle sembianze di un cervo ispirato alla figura del padre, che è stato partigiano in Polonia durante l’occupazione nazista.
I demoni alati che fluttuano attorno al Buckingham Warrior in questo bellissimo murales del Quadraro simboleggiano le truppe naziste, mentre le tre figure dai tratti surrealisti rappresentano gli ideali che hanno ispirato i partigiani nella lotta contro il nazismo: Libertà, Fiducia e Verità.
L’artista francese Zelda Bomba ha ritratto due volti femminili per ricordare che, a seguito del rastrellamento del 1944, al Quadraro erano rimaste solo donne, le quali hanno dovuto lavorare sodo per mantenere in vita il quartiere.
Le donne della Resistenza sono ricordate anche dall’artista messicano Malo Farfan. Nel suo murales al Quadraro vediamo due figure opposte, ma complementari: un teschio (gli uomini sequestrati dalle truppe naziste) e un’antilope (le donne che sono rimaste a combattere per il quartiere).
Infine, anche lo street artist romano Diavù ha voluto ricordare la Resistenza nell’opera che ha dipinto per il progetto curato da lui stesso.
Il murales di Diavù al Quadraro è popolato da una serie di personaggi dai colori pop e dalle sembianze di cartoni animati, figure che rappresentano gli abitanti del Quadraro messi contro il muro dalle truppe naziste nel 1944.
Le superstar della street art al Quadraro
MURo è stato il primo progetto in grado di portare a dipingere nella Capitale street artist di fama internazionale, e l’ha fatto nel lontano 2010, ossia quando l’arte urbana non era ancora diventata parte integrante delle politiche di riqualificazione di numerose periferie romane.
Tra le superstar della street art approdate al Quadraro troviamo Ron English, artista pop americano che ha dipinto il suo famoso “Temper Tot”, un bebè muscoloso sul punto di scoppiare a piangere. Accanto a lui, troviamo un Mickey Mouse che indossa una maschera anti-gas per attirare l’attenzione sul problema dell’inquinamento globale.
Ron English ha dipinto questo murales al Quadraro assieme al suo assistente Beau Stanton, il quale ha poi deciso di prolungare il suo soggiorno romano per realizzare un secondo murales al Quadraro, questa volta da “solista”.
L’opera di Beau Stanton mostra un teschio, simbolo del rastrellamento nazista del 1944, dal quale continua a nascere la vita, sotto forma di un albero.
Fin DAC ha dipinto al Quadraro ben due delle sue note geishe (una si trova in un cortile privato e -purtroppo- non è visibile dalla strada); donne mascherate di cui l’artista irlandese vuole esaltare l’unicità, spesso attraverso la rappresentazione di abiti etnici. In questo modo, le sue geishe si distinguono dalle figure femminili stereotipate delle pubblicità con cui spesso si ritrovano a condividere le facciate di palazzi in tutto il mondo.
Infine, l’artista berlinese Jim Avignon ha dipinto la dea dell’Arte, nelle sembianze di una delle donne di Amedeo Modigliani. A guardare bene, le strade dipinte sul suo corpo la identificano come protettrice di una specifica forma d’arte: la street art.
Street art interattiva al Quadraro
Infine, al Quadraro non mancano interventi di street art che interagiscono con gli elementi urbani circostanti. In particolare, due street artist italiani si sono confrontati con il sottopassaggio che permette di accedere al Quadraro Vecchio dal lato di Via Tuscolana.
Sull’ingresso dal lato di Via dei Lentuli, nel 2012 Gio Pistone ha raffigurato “I guardiani del tunnel”.
La frase “ai pensieri liberi, alle paure, agli amori volanti nel passaggio tra due tempi” (dipinta sull’arco del tunnel dal calligrafo Tommaso Guerra) richiama l’uso che ne veniva fatto durante la seconda guerra mondiale.
Questa galleria, infatti, è stata un rifugio durante i bombardamenti, ma anche il luogo d’incontro degli innamorati che fuggivano dagli sguardi indiscreti.
Dall’altro lato del tunnel troviamo “The greedy man”, realizzato sempre nel 2012 da Mr. Thoms.
Dopo una lunga esperienza nei graffiti, Mr. Thoms si è specializzato in personaggi ispirati ai fumetti, le cui azioni sono spesso un commento sarcastico alla società contemporanea.
La bocca del “Risucchia/attore” di Mr. Thoms è diventata il portale d’accesso a questo quartiere così ricco di storia e street art, che vi invitiamo a conoscere meglio con una delle nostre visite guidate.
Inoltre vi consigliamo di combinare la visita della street art del Quadraro con una passeggiata nel meraviglioso Parco degli Acquedotti, poco distante!
Testo a cura di Giulia, street art blogger e fondatrice di Blocal